Il maestro delle ombre

Donato Carrisi, con questo romanzo, si è superato, ponendosi , all'attenzione dei lettori, come un vero giallista. In questo libro non mancano le componenti di una vera indagine. Le descrizioni sono talmente reali che, nella mente, vedi scorrere le immagini, come , se in quel momento, sei in un cinema. L'autore descrive molto bene ciò che rappresenta la fragilità degli uomini della chiesa, ma nello stesso tempo, i componenti devono affrontare grossi problemi, per salvaguardare l'integrità e la veridicità dell'impianto cristiano. In altre parole la credibilità della Chiesa e dei suoi componenti. Il maestro delle ombre si legge tutto di un fiato perchè vuoi conoscere il finale. Ancora un plauso a Carrisi. Ma ora mi aspetto il seguito in quanto l'autore ha lasciato uno spiraglio. Siamo tutti in trepidante attesa.

Un libro bello, che ho letto con entusiasmo, ma un gradino sotto altre opere di Donato Carrisi. La vicenda appassiona ed i personaggi di Marcus (il penitenziere) e Sandra (ex fotorilevatrice della Scientifica) rimangono tuttora validi e coinvolgenti. Sono forse le condizioni al contorno che non mi convincono appieno: questa Roma preda di un black out improcrastinabile che suscita orde di rivoltosi, mi sembra un po’ una forzatura, qualcosa di surreale che si discosta molto (forse troppo) da una situazione realistica. Comunque complessivamente un thriller interessante.

Ho letto tutti i romanzi di Donato Carrisi e trovo che il personaggio di Marcus sia davvero sublime. Avevo quindi grosse aspettative su questo romanzo, che purtroppo sono rimaste deluse. Nonostante un incipit folgorante, il romanzo non mi è piaciuto, ho trovato la storia piuttosto prevedibile ed evocativa di altri famosissimi thriller. Il finale soprattutto mi è sembrato affrettato, specie nella ricostruzione dell’antefatto che porta alla luce i misteri di fondo della storia. Apprezzabile sicuramente il riferimento a fatti di cronaca che appartengono ormai alla nostra storia, ma mi aspettavo molto di più.

Leggere un libro di Carrisi è una delle esperienze che aspetto con piacere, amo il suo modo di scrivere. La trama mi ha preso in una maniera che non immaginavo, gli eventi narrati dal libro mi hanno fatto venire una rabbia e quando un romanzo ti fa provare sensazioni forti allora è un libro scritto davvero bene. I personaggi gli abbiamo già conosciuti e rimangono nel loro carattere. In generale lo consiglio molto a tutti!!!

Un libro bello ed entusiasmante, come Carrisi ci ha abituato. La vicenda è appassionante ed i personaggi di Marcus e Sandra rimangono sempre validi e coinvolgenti. Roma viene messa sotto inchiesta dalle autorità a causa di un guasto a una centrale per l'erogazione della energia elettrica e da qui inizia una serie avvincente di peripezie che tiene col fiato sospeso fino all'ultimo atto. Da leggere!

Un’ambientazione così intrigante e una storia così corposa, pianificata fin nei minimi dettagli. Una trama estremamente articolata dallo stile inconfondibile e dagli schemi ben congegnati. I diversi personaggi ed elementi narrativi si annodano via via rivelando l’intreccio complessivo dal ritmo avvincente. Le atmosfere cupe e claustrofobiche invogliano la lettura e garantiscono una notte insonne.
Carrisi mette in gioco molti temi, dalla dipendenza tecnologica all’esoterismo, passando per l’introspezione psicologica di personaggi sempre in bilico sul confine tra desiderio di vivere, solitudine e sofferenza.

“Donato Carrisi distrugge Roma!”, questo potrebbe essere il titolo per questo suo ultimo libro. Carrisi dà vita ad una storia ricca di suspense in cui Roma è piombata in un lungo blackout ed è vittima di un’inondazione del Tevere. Cosa farebbe l’umanità se non avesse più energia elettrica? Niente luce, acqua, TV, internet…
In questo scenario quasi apocalittico, la città è minacciata da una setta chiamata “Chiesa dell’ eclissi” che semina odio, terrore e omicidi. Ad essa si contrappone il penitenziere Marcus. Se siete curiosi di sapere cos’è un penitenziere fate una breve ricerca sulla Penitenzieria Apostolica, ne resterete meravigliati. Il libro è un ottima lettura, un thriller che scorre bene e affascina il lettore. Consigliato, ma leggete anche i precedenti.

Ancora una volta il Penitenziere all'opera in una Roma più cupa e intrigante del solito. La scrittura di Carrisi è sempre più avvincente ed appassionante e nasconde nella trama un susseguirsi di colpi di scena e un intreccio di sentimenti che tengono il lettore incollato fino all'ultima pagina. Roma è la cornice ideale per un genere giallo religioso e apocalittico, e nel finale si mostra in tutta la sua grande bellezza attraverso gli occhi dei protagonisti del romanzo. Ottimo lavoro.

La trama è sicuramente coinvolgente e appassionante, presente e passato si intrecciano creando misteri e colpi di scena. Non mancano gli intrighi tra personaggi molto diversi tra loro, ma uniti da un filo comune. La mancanza di un confine netto tra bene e male è la caratteristica delle opere di Carrisi che li rende veramente reali. Detto questo, lo sviluppo della storia lascia invece alcune perplessità, certi punti sembrano liquidati con troppa facilità e certi collegamenti paiono forzati. Rimane comunque un libro piacevole che conduce fino alla fine.

In questa opera tornano il penitenziere Marcus e la poliziotta Sandra. L’ambientazione è da brivido: Roma, flagellata da una pioggia senza fine e resa letale da un blackout totale di 24 ore, programmato per la riparazione di una centralina elettrica. L’azione si svolge sotto un cielo plumbeo, in mezzo a individui misteriosi che approfittano del buio per mettere Roma a ferro e fuoco. Questa volta, però, un’ambientazione da brivido e quanto mai azzeccata e lo stile di Carrisi, sciolto e trascinante come al solito, non riescono a mio avviso a far raggiungere a questo libro l’eccellenza dei titoli precedenti. Tre sole stelle, quindi, invece delle cinque che secondo me Carrisi ha sempre meritato in precedenza.

Carrisi è per me sempre una fonte di sicurezza. I suoi romanzi hanno il gusto dell’imprevedibilità pur risultando verosimili. Nulla è semplice con Carrisi. I suoi personaggi evolvono continuamente presentandosi al lettore in mille modi diversi. “Il Maestro delle Ombre” mostra Marcus un filino più crudele del solito anche se evidenzierà il suo lato umanamente più debole. Mi piace quando scopro qualcosa di nuovo nel comportamento dei protagonisti di una serie, vuol dire che hanno ancora molto da dare e il loro contributo alla storia è fondamentale. Ho apprezzato i tanti colpi di scena che rendono la lettura un vero e proprio giro sulle montagne russe. Il finale non ha fatto altro che trasmettermi una profonda curiosità. Mi piacerebbe leggere, il prima possibile, cosa Carrisi ha in serbo per Marcus. Le anomalie si moltiplicano e anche la mia dipendenza dai romanzi di Carrisi diventa sempre più profonda.

Avete letto "La ragazza nella nebbia" dello stesso autore? Qui siamo certamente una "tacca sotto", ma il libro è godibile perché lo stile e la tensione narrativa che riesce a infondere Carrisi anche nel suo romanzo forse meno riuscito sono sempre superiori alla media. Il protagonista del romanzo, come in precedenti romanzi dell'autore, è Marcus, ma alcuni passaggi della storia circa la sua perdita di memoria sono poco efficaci, a mio avviso. Il libro si legge con piacere, ma il Maestro ci ha abituati a ben altro ...

Si legge sicuramente con piacere e rimane un libro avvincente ma l'ho trovato decisamente inferiore ai precedenti libri di Carrisi. Secondo me la forza di Carrisi è di strutturare storie irreali in un ambiente reale tanto che anche le storie sembrano verosimili. In questo libro la storia irreale si dipana in un ambiente altrettanto irreale e si perde un po' di forza narrativa perchè sembra quasi di trovarsi di fronte da un fantasy.

libro di una serie improntata su un personaggio inquietante e misterioso riesce a coinvolgere il lettore con una trama che porta ad un finale imprevedibile.
riesce a catturare l'attenzione fino alla fine.
mai banale nella trama, lascia aperta la porta ad una nuova avventura.
da leggere se piace il thriller

Donato Carrisi è un maestro nell'arte dell'inganno: la storia in realtà è tutto fuorché quello che sembra e alla fine il lettore si sentirà ingannato per aver creduto agli avvenimenti più inverosimili quando invece la realtà era la più banale e semplice di tutte. Assolutamente da non perdere. Attendo con ansia il prossimo romanzo con Marcus nella speranza di riuscire a mettere insieme qualche pezzo del puzzle che Donato Carrisi ancora ha tenuto per se.

Non mi e' piaciuto, e' pieno di banalita', i personaggi e le vicende sono poco credbili, confusi, direi quasi raffazzonati. No, decisamente da evitare.

La nuova opera di Carrisi sembra un riassunto tirato via in fretta dei film e romanzi gialli più di successo degli ultimi anni. Una specie di bignamino dei colpi di scena più scontati, pensato evidentemente per il pubblico delle strenne natalizie, che si accosta alla lettura al massimo un paio di volte l'anno e può forse ricavarne qualche emozione. Solo in Italia un faccendiere massone con l'hobby della scrittura può ottenere tanto successo con opere così insignificanti, sfruttando il tamtam della comunicazione pilotata.