La ragazza nella nebbia

Rispetto agli altri che ho letto di Carrisi questo libro mi è sembrato meno coinvolgente: dimenticate la suspense e le tinte tarantiniane de “Il suggeritore”. Dopo averlo letto mi sono subito dimenticata la trama, come succede solo con i libri che non ti hanno saputo conquistare. Non sono sicura che non abbiano influito altri fattori, ma mi è sembrato non all’altezza dei precendenti. Nonostante sia dunque meno incisivo ha tutti gli ingredienti giusti per un buon giallo: una sfida un poliziotto, un po’ alla Hercule Poirot, e il rapimento di una ragazza. Nel complesso, anche se non incolla alla poltrona, mi sento comunque di raccomandarlo.

Carrisi è senza alcun dubbio il migliore giallista italiano in circolazione e lo conferma anche in questa occasione, con un libro assolutamente splendido. Adoro il modo di scrivere di Carrisi, il suo modo di non essere mai troppo puntiglioso, eccessivamente pedante, ma sempre comunque presente in ogni storia, in ogni angolo della mente umana di ogni suo bellissimo personaggio

Primo vero giallo di Carrisi che ho letto, prima di questo libro avevo letto "La ragazza dei fiori di carta" e mi aveva lasciato perplesso. Non avendo quindi background condizionato da letture precedenti ho fin dalle prime pagine gustato questo giallo che trovo avere una costruzione interessante a livello di alternanza temporale degli eventi e alternanza dei personaggi. La stessa storia viene vissuta da diversi punti di vista, dalla ragazza, dal professore, dallo scaltro invstigatore e dal meno esperto ma emergente altro investigatore. Il finale, senza fare spoiler, sembra quasi una simpatica beffa verso il lettore che tutto si aspetta tranne il colpo di scena dopo il colpo di scena! Concludendo mi ha entusiasmato. Resta ora la mia curiosita` verso la trasposizione cinematografica e verso gli altri gialli dello stesso autore.

Dopo "il suggeritore" mi aspettavo fuochi d'artificio, in realtà sono rimasta un po' delusa. Pur avendo una trama piuttosto avvincente, ho trovato la costruzione del finale meno ad effetto di quanto mi aspettassi.E' un buon giallo ma, a mio avviso, non all'altezza delle aspettative create dall'altro romanzo.

Devo assegnargli cinque stelle o solo una ? Sembra una domanda assurda, eppure è proprio quella che mi sto ponendo in questo momento, in cui ho appena terminato di leggere il romanzo, che mi ha avvinto e tenuto legato al mio Kindle, per tre giorni. Conosco Carrisi, è il suo quarto romanzo che leggo, e quindi mai so i suoi pregi e i suoi difetti. La storia è però diversa dalle altre, decisamente meno violenta e angosciante, ma con un'atmosfera claustrofobica e a tratti lugubre che ti entra dentro. Parteggi per alcuni personaggi, ne odi altri. Il protagonista, Vogel, è di una insopportabilità geniale, a suo modo, un vero mostro. L'altro protagonista, il professore, a tratti diventa irritante, per il suo buonismo francescano.Sua moglie è di uno squallore assoluto. Ma Carrisi è Carrisi, e chi ha letto anche soli "Il suggeritore", sa che di lui non bisogna mai fidarsi e che ama barare. Ho provato ad andare a rivedermi i passi del romanzo che mi sembravano più a rischio e "incriminanti"e ho notato che la vera furberia dell'autore è l'omissione.E qui sta il punto ! In questo romanzo, si è forse spinto troppo oltre, forse credendo di essere la grande Agatha Christie, ma lei poteva permettersi di scrivere "Dalle nove alle dieci", il buon Carrisi, no ! Dei due "colpi di scena" di cui parla il giornalista della recensione, il primo è veramente eccezionale, specialmente nella rivelazione della costruzione e del movente (dimenticando, per un momento, i dubbi di prima...), ma il secondo è veramente banale : sfido chiunque abbia letto due o tre gialli a non aver capito tutto a due terzi del romanzo.

Devo assegnargli cinque stelle o solo una ? Sembra una domanda assurda, eppure è proprio quella che mi sto ponendo in questo momento, in cui ho appena terminato di leggere il romanzo, che mi ha avvinto e tenuto legato al mio Kindle, per tre giorni. Conosco Carrisi, è il suo quarto romanzo che leggo, e quindi mai so i suoi pregi e i suoi difetti. La storia è però diversa dalle altre, decisamente meno violenta e angosciante, ma con un'atmosfera claustrofobica e a tratti lugubre che ti entra dentro. Parteggi per alcuni personaggi, ne odi altri. Il protagonista, Vogel, è di una insopportabilità geniale, a suo modo, un vero mostro. L'altro protagonista, il professore, a tratti diventa irritante, per il suo buonismo francescano.Sua moglie è di uno squallore assoluto. Ma Carrisi è Carrisi, e chi ha letto anche soli "Il suggeritore", sa che di lui non bisogna mai fidarsi e che ama barare. Ho provato ad andare a rivedermi i passi del romanzo che mi sembravano più a rischio e "incriminanti"e ho notato che la vera furberia dell'autore è l'omissione.E qui sta il punto ! In questo romanzo, si è forse spinto troppo oltre, forse credendo di essere la grande Agatha Christie, ma lei poteva permettersi di scrivere "Dalle nove alle dieci", il buon Carrisi, no ! Dei due "colpi di scena" di cui parla il giornalista della recensione, il primo è veramente eccezionale, specialmente nella rivelazione della costruzione e del movente (dimenticando, per un momento, i dubbi di prima...), ma il secondo è veramente banale : sfido chiunque abbia letto due o tre gialli a non aver capito tutto a due terzi del romanzo.

Ho finito questo libro in solo due giorni, non riuscivo a staccarmi dalle pagine, dovevo arrivare alla fine il prima possibile. Ho letto altri libri di Carrisi e penso che non abbiamo nulla da invidiare verso scrittori di Thriller stranieri. E' un libro che si trasforma pagina per pagina, portandoti ad amare e non, i stessi personaggi nel giro di poco pagine, tirandoti fuori un misto di emozioni che non ti aspetti. Inoltre, secondo il mio avviso, scrive su un argomento attuale, ovvero i processi mediatici di cui a volte siamo spettatori consapevoli o non. Consigliato.

Ho letto tutti i libri di Donato Carrisi, che ho apprezzato e divorato in poco tempo, ma questo non mi è piaciuto. Sicuramente è interessante la figura del detective Vogel e soprattutto il suo rapporto con i media, ma questo è anche il suo limite. Appare come una feroce critica alla gestione dei casi di cronaca da parte di stampa e tv e nella trama sono troppo riconoscibili i riferimenti a fatti di cronaca recenti. Si riscatta nel finale, sicuramente imprevedibile, ma ho fatto fatica ad arrivarci.

Un trama imprevedibile in cui nulla è come appare, costante la fusione e lo scambio tra vittime e carnefici. Tutti attori interscambiabili sul palcoscenico della vita, nessuna prima donna, ognuno sacrificabile.
Un investigatore atipico come protagonista. Uomo opportunista senza particolari capacità professionali se non quelle di trarre il massimo beneficio da ogni situazione. Uno squalo che nuota nelle torbide acque della giustizia e del giustizialismo, dal quale cerca di trarre massimo vantaggio anche a discapito di innocenti. Anch’ esso si ritroverà però imprigionato nelle maglie del sistema e diventerà vittima a sua volta.

questo è stato il primo libro di Carrisi che ho letto, dico solo che dopo li ho letti tutti!
Un giallo praticamente perfetto, con tutti quegli elementi che, se ben amalgamati, rendono un giallo un capolavoro.
Lo stile di Carrisi ti incanta perchè sembra sempre tutto molto lineare e semplice, invece nulla è mai quello che appare e i colpi di scena sono all'ordine del giorno. Il finale che non tisaresti mai aspettato secondo me è un colpo da maestro.

Ho intrapreso la lettura di questo libro perchè la trama mi è sembrata da subito interessante.Devo dire però che non mi aspettavo che mi avrebbe coinvolto così tanto.
Letto in una notte,la cosa che mi ha colpito da subito è stato lo stile di scrittura davvero particolare e interessante. E' un libro che ti tiene sulle spine che all'inizio sembra non prenderti ma che poi ti avvolge nella sua trama e non ti lascia più fino all'ultima pagina.Davvero consigliato!

Una rete da pesca che contiene elementi ideali per cucinare un giallo con i controfiocchi. Eventi ben narrati e assenza di incongruenze che rendono il tutto più annodato eppure quasi chiaro. La trama è ben strutturata, lo scrittore ci conduce verso una strada convincendoci che sia quella giusta, ma si lascia un bell'asso nella manica da mettere sul tavolo alla fine dei giochi.