La ferocia

Libro molto particolare, la storia è di per se lenta, praticamente si rischia di abbandonare la lettura prima di arrivare a metà libro, ma fortunatamente il tutto riesce a prendere un piega che riporta il lettore a ritrovare quel interesse perduto, lo stile è molto pesante, Lagioia molte volte rischia di soffermarsi un pò troppo sulla descrizione delle realtà che circondano i vari personaggi al punto che si rischia di perdersi, e allo stesso tempo i vari comportamenti dei vari individui alcune volte rischiano di spiazzare il lettore, sarò io ma Michele (uno dei protagonisti) mi mette una tale ansia che molte volte avrei voluto saltare le parti che lo riguardavano. In conclusione La Ferocia risulta essere un libro dalla trama molto complessa, che non viene per niente semplificata dai suoi personaggi che anzi si può dire che complicano il tutto, ma in fin dei conti rimane pur sempre un libro meritevole.

Una precisazione: il voto che avrei voluto dare al libro è più basso, ma di fronte a una media del 2, ho cercato di contribuire verso l'equità. Perché "La ferocia" ha molte qualità, assieme a indiscutibili difetti che già sono stati elencati da altri lettori e ai quali mi associo in parte. E' pedante? Sì, lo è. Lo stile è artificioso e involuto? Sì, talora. Ma, a mio avviso, tutto ciò non nuoce più di tanto all'intelligibilità della storia, avvincente e con un ritmo sostenuto. Direi, anzi, che in un momento storico in cui la cura formale degli autori è pressoché inesistente, questo romanzo viene a dare una speranza. Raramente l'autore si abbandona a un vocabolo trascurato o a un aggettivo banale e questa sua attenzione non è formalismo, è stimolo a fermarsi sulla frase e rileggerla per penetrare nel mondo descritto. Quindi non è affatto noioso il racconto, ben descritti sono alcuni personaggi. Non mi convincono, invece, alcuni punti e non mi spiacerebbe avere una risposta da chi ha apprezzato molto il libro: 1) gli episodi del passato: qualcuno ha capito quale sia stata la frase, detta dal corteggiatore di Clara che accompagnava lei e Michele in macchina, che ha tanto offeso la protagonista? Qualcuno ha capito che cosa sia successo di così tragico nella palestra mentre Clara usa la lampada UVA e l'uomo torna con le pizze? Piccolezze? Può darsi, ma se un autore le inserisce nella trama, ha il dovere di spiegarmele. 2) La trama e i fili che non si congiungono: mi spiegate perché Clara ha sposato Alberto? Perché in quella casa nessuno parla mai della sua morte? Perché, durante il funerale, l'amante accarezza il cadavere se è appurato che non la ama? Perché la sorella s'inventa l'account su Twitter per poi abbandonarlo= A che serve la figura del fidanzato? Mi fermo qui, ma i miei perché sono ancora tanti. Per mettere in luce un calderone di storie collaterali, personaggi inutili, descrizioni di paesaggi, animali etc che fanno gridare "E' troppo, basta!"

Dal dopoguerra agli anni ’70 la legittima aspirazione ad un miglioramento sociale si realizzava attraverso la cultura: l’ambizione di molti genitori era quella di far studiare i figli, di portarli, anche a costo di sacrifici, alla laurea, traguardo che essi stessi, spesso, non avevano potuto raggiungere. La crescita sociale corrispondeva ad una crescita culturale.
Nicola Lagioia osserva la mutazione di questo atteggiamento, che diventa arrembaggio sociale, perseguito a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo: non vi è desiderio di “migliorare”, ma solo di arricchirsi, di esibire il proprio benessere, di frequentare persone e luoghi prima considerati irraggiungibili. Tutto ciò avviene senza nessun riguardo per le vere esigenze dei figli, anzi anche questi diventano uno strumento di cui servirsi. Questo provoca la ribellione dei ragazzi, espressa nei modi più diversi: Ruggero, Clara, Michele e Gioia hanno reazioni differenti, ma tutte manifestano disagio e sofferenza.

Non sono ancora sicura se questo libro mi sia piaciuto o no, ma se ci sto ancora riflettendo e me lo sto ancora chiedendo, allora vuol dire che un segno è stato lasciato.
Non è sempre comprensibile, la scrittura è un po' pretenziosa, affettata, a tratti oscura, ma affascinante. L'inizio è lento e pesante, ma andando avanti il ritmo diventa serrato, costringe a continuare.
Alcune cose sembrano curate, altre lasciate sospese, non mi è chiaro se in maniera intenzionale o no. Una possibilità gliela darei.